“Cisint Sconfigge il PD da Bruxelles, col 70% e una mano sola (l’altra era occupata a bere un mojito). Il sindaco è Fasan, ma comanda sempre lei.”
«Non voglio umiliare nessuno» – Anna Cisint nell’intervista al Piccolo, mentre fa moonwalk sulle carcasse politiche del centrosinistra.
L’intervista rilasciata da Anna Cisint al Piccolo andrebbe incorniciata. Un concentrato di umiltà finta, autoconsapevolezza glaciale e sorrisi a trentadue denti mentre dà la pacca sulla spalla agli avversari… proprio nel punto dove ha appena infilato il pugnale.
La scena è questa: lei, a Singapore, sei ore avanti a tutti, sia nel fuso orario che nella capacità di annientare la sinistra, risponde al telefono con aria da regina in vacanza. Sta con il figlio, dice. Beve qualcosa di fresco. Intanto, a Monfalcone, la sinistra si scava la fossa da sola con un cucchiaino di plastica, mentre i leghisti festeggiano con lo stesso garbo di un branco di cinghiali ubriachi in centro città.
CISINT: “NON MI ASPETTAVO TUTTO QUESTO”
Certo, come no.
“Pensavo 500 voti” – dichiara con l’innocenza di una suora in gita.
Ne ha presi 1.662.
Che tradotto politicamente vuol dire: “Vi ho trombati senza nemmeno mettermi il rossetto.”
Nel frattempo, il cugino Stefano Cisint, piazzato lì come un bonus, prende 444 voti solo per l’effetto copia-incolla: la gente legge “Cisint” e ci clicca sopra come se fosse il tasto “accetto tutti i cookie”.
PD, IL SOLITO SUICIDIO ELEGANTE
Loro candidano Moretti, uno che è riuscito nell’impresa titanica di non piacere neanche alla propria ombra.
Una campagna elettorale che sembrava dire: “Non vinceremo, ma lo faremo con sobrietà”.
Infatti hanno perso. Con eleganza, certo.
Eleganza da funerale.
Cisint li bastona col sorriso: “Il PD ha fatto politica non intelligente.”
Che è il modo chic per dire: “Siete una massa di rincoglioniti senza visione e senza palle.”
E non ha tutti i torti. L’unico “programma” dell’opposizione sembrava essere:
“Cisint è brutta e cattiva, votateci lo stesso.”
Spoiler: non ha funzionato.
IL SINDACO C’È… MA È UN ACCESSORIO
Ah già, formalmente a vincere è Luca Fasan.
Ma dai, diciamolo chiaramente: è il sindaco come uno spaventapasseri è un guardiano della sicurezza.
Sta lì, in mezzo al campo, mentre dietro le quinte Anna tira i fili e lo fa parlare muovendo solo un sopracciglio.
Nell’intervista, lei lo dice quasi con affetto materno: “Si sta occupando lui della giunta.”
Sì certo, si sta occupando di aprire le porte, portare il caffè, e firmare le cose che lei ha già deciso.
Fasan è il sindaco in senso tecnico.
In senso pratico, è il portaborse deluxe di Anna Cisint col badge da primo cittadino.
UMILTÀ… COL TACCHEGGIO
“Non voglio umiliare nessuno”, dice lei.
E nel frattempo ha annichilito il centrosinistra, fregato consensi al resto della destra, e piazzato la sua personale squadra dentro al Comune come un set LEGO a tema “dittatura dolce”.
Se questo non è umiliare, allora pure Gengis Khan era solo un animatore turistico.
Dice di voler “dare quando è forte e ricevere quando è debole”.
Ma per ora riceve inchini, adorazione, e finti sorrisi da parte degli alleati, che sanno benissimo che senza di lei non valgono un cazzo neanche con l’appoggio di Babbo Natale e Gandhi.**
“ABBIAMO GOVERNATO BENE”
E qua, con tutto l’odio che si può avere per il populismo, bisogna darle ragione.
Ha fatto esattamente quello che ha promesso. Ha preso i problemi di Monfalcone, li ha messi sotto una luce da interrogatorio, e ha cominciato a martellarli.
Male? Bene? Questo lo decidono gli storici.
Intanto però la gente l’ha rivotata a valanga, e non perché fosse simpatica: ma perché ha fatto il culo a chiunque le rompesse i coglioni.
E nel 2025, in un’Italia che ha perso il senso dell’autorità e della concretezza, è esattamente quello che una buona fetta di elettori vuole.
“NON HO FATTO CAMPAGNA”
E questa è la parte che fa più male a chi ha perso.
“Ho giusto fatto qualche volantino, ma sono stata poco a Monfalcone” – dice, come se avesse mandato avanti il cane.
E invece ha vinto lo stesso.
La sinistra si è spaccata il culo per settimane, e ha perso contro una che stava in ciabatte dall’altra parte d’Europa.
LA CANTIERISTICA E LA GUERRA AI BARBATRUCCO
Parla ancora della lotta alla radicalizzazione, delle battaglie contro le infiltrazioni strane nel sistema industriale, del fatto che Monfalcone è il trailer di quello che succederà nel resto d’Italia tra un paio d’anni.
E anche lì, ha capito tutto.
Perché mentre il centrosinistra parlava di “integrazione sostenibile” e “pluralismo partecipato”, la gente normale si trovava il kebabbaro radicalizzato a fianco alla mensa del cantiere, senza manco un bagno pubblico decente.
IL FUTURO? TERZO MANDATO?
“Fedriga tutta la vita” – dice.
E lì, lacrime agli occhi dei fan.
Ma la verità è una: se il terzo mandato non glielo danno, Anna è pronta per diventare Regina di tutta la regione. Nel contempo, come già scritto, punta alla presidenza del consiglio, della Repubblica, di Marte e un occhio al Vaticano .
Ma questa qui, finché respira, comanda. Punto.
CONCLUSIONE
Anna Cisint è la personificazione leghista della Terminator con cuore da mamma e ghigno da regina medievale.
Ha vinto da lontano. Ha vinto con pochi volantini.
Ha vinto senza nemmeno scendere in piazza.
E mentre lei si gode il caldo tropicale a Singapore, il PD si gode… una bella tazza di ma’ vaffanculo.
Fasan è il sindaco.
Cisint è il potere.
Il centrosinistra è il nulla che avanza, senza idee, senza voti e senza dignità.
E chi non lo accetta, può sempre fondare un nuovo partito: “Moccoli & Rimpianti Democratici”.