Pasquetta bagnata, Gorizia s’incazza

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Il meteo è fascista, il sindaco è colpevole, e la carne di De Carnis va a male

GORIZIA – Piove. E non è una pioggerellina romantica da bacio sotto l’ombrello, no. È un’umidità da Guinness dei Primati, tipo l’infrachiappe di un americano obeso a Ferragosto, roba che le ascelle si trasformano in cascate e le mutande si incollano come francobolli.

Sono quattro giorni che Gorizia affoga in una tristezza acquosa degna di un film polacco degli anni ’70. Ma soprattutto, è da quattro giorni che il Pezzogrosso sapeva tutto. E non ha fatto un cazzo.

Nessuna ordinanza anti-nuvole, nessuna danza del sole, niente. E questo, per i goriziani, è un affronto mortale. Perché a Pasquetta si griglia. È un diritto costituzionale, morale e spirituale. E la carne, comprata a vagonate da “De Carnis”, macelleria slovena celebre per la sua offerta di Ćevapčići e Pljeskavice, sta ora deperendo nei frigoriferi come le promesse elettorali della Lega.

“Dove cazzo è il sole?”

La consigliera Giulia Roldo, col tono di un’Orsolina incazzata in sala mensa con i bambini che fanno il risucchio mangiando il brodo, ha già pronto un documento di fuoco: “Interrogazione meteorologica al Sindaco: dove cazzo è il sole?”

Nel frattempo, Andrea Picco ed Eleonora Sartori stanno lavorando a una mozione di sfiducia per tutta la Giunta. I due sostengono che: “Questo meteo è palesemente fascista.” E accusano il Sindaco di non aver preso posizione. Come coi reduci della Decima MAS!”, urlano, mentre cercano disperatamente di aprire un ombrello arcobaleno, inclusivo e progressista, sotto una tromba d’aria.

 

Il bunker del Pezzogrosso

Il Sindaco non ha retto alla pressione. Si è barricato nel suo ufficio, insieme a tre caraffe di SpritzAperol e un quintale e mezzo di polpette, preparate pare, da un ex alpino sbronzo che ha chiesto la ricetta al Vecio Borgo durante il lockdown.

Testimoni riferiscono di urla confuse provenire dall’ufficio comunale: “DITEMI DOV’È IL METEO! PRENDETELO!” “QUESTA PIOGGIA È UN’INFILTRAZIONE COMUNISTA!”

L’appello al socialismo climatico

Non può mancare l’intervento scomposto del Professor Gioser Aliprat, arcinoto intellettuale da salotto, militante dell’estrema sinistra, pezzogrossissimo delle Belle Arti – famoso per aver chiesto al suo ufficio il permesso di esporre bandiere titine ed esserselo concesso – e collezionista di pupazzi di Che Guevara. In un moto di rivoluzionaria indignazione, ha scritto una lettera aperta ai Kompagni amministratori oltre confine, nella speranza che gli sloveni partecipassero all’ennesima manifestazione contro il Podestà Goriziano. La risposta è la stessa dell’ultima volta: una lunghissima supercazzola in politichese sloveno che viene tradotta con un solenne VAFFANKULO!

Apocalisse grigliata

La popolazione è allo stremo. Le griglie sono vuote, le birre calde, i bambini piangono e le nonne bestemmiano in friulano arcaico. “Se ci fosse stata la Cisint, il meteo sarebbe cambiato!”, grida un uomo sulla quarantina mentre rovescia un chilo di cevapcici nel WC.

Ormai ci si rassegna: finirà come l’ascensore per il castello, il Sentralpark, l’Arena Casa Rossa… e qualcuno, spinto dall’attivista social Floriano Tittilitti lancia un’idea per cercare rimedio: facciamo un post su “Segnalazioni per il Comune di Gorizia”


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