Monfalcone 2025: Cisint stravince anche senza candidarsi

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Fasan nuovo sindaco, Moretti asfaltato, Cecot ridicolizzata. La Parona della Bisiacaria vince per KO tecnico anche da Bruxelles.

Monfalcone – 15 aprile 2025. Le elezioni comunali si sono concluse come un cinepanettone: prevedibili, grottesche, e con un finale dove tutti tranne uno fanno la figura dei coglioni.

La città ha parlato, forte e chiaro: Anna Maria Cisint ha vinto. Di nuovo. Anche senza essere il candidato sindaco (più o meno). Come? Usando Luca Fasan, vetrinista professionista e imprenditore dell’abbigliamento, come avatar parlante, prestanome elegante, manichino con delega. E i monfalconesi, che non sono scemi (almeno non tutti), l’hanno capita al volo.

Fasan prestanome con orgoglio

Luca Fasan, già assessore e noto per le sue camicie stirate col laser e il pizzetto regolato da un architetto con il calibro diesel ad intelligenza artificiale, è il nuovo sindaco. Ma nessuno si illude: dietro le quinte c’è sempre Lei. La She-Hulk della Bisiacaria (perchè quando le parte l’embolo si trasforma, spacca tutto e diventa verde come la Lega… de una volta). La Sceriffa de Mofalcon. La Matrona de Panzan.
Insomma, Anna Maria Cisint, colei che ha cacciato le moschee abusive a calci nei minareti, che ha fatto pulizia etnica (urbanistica, ovvio) tra le panchine della piazza, che ha restituito a Monfalcone, coi schei de Fincantieri, l’ordine e la disciplina e, se avesse potuto, anche i vaporetti sarebbero arrivati in orario.

Fasan farà il sindaco, ma seguirà la linea Cisint come un treno segue i binari. L’unica sua iniziativa sarà decidere in completa autonomia se dire SI o SISSIGNORA.

Moretti: il candidato che “ma proprio me tocca?”

Sul fronte opposto, il centrosinistra presenta Diego Moretti, consigliere regionale PD, detto anche “Diego Fankazzo”, perché da trent’anni vive alle spalle dei contribuenti senza mai aver fatto una minkia, ed ha accettato la candidatura solo dopo che il partito l’ha minacciato con la soppressione del buffet a fine consiglio regionale.

Moretti non voleva candidarsi. E Monfalcone non voleva lui. Match perfetto. Come una serata al cinema con la tua ex e il suo nuovo fidanzato bodybuilder; lo stesso che hai trovato sotto il letto quel giorno che hai finito di lavorare prima.

Ha cercato voti ovunque: nelle moschee, nei circoli ARCI, nei sottoscala degli ex militanti PCI, nei bar gestiti da nostalgici di Veltroni. Risultato? Una disfatta. Una catastrofe. Una figura di merda da mettere nei libri di storia.

I musulmani hanno votato meglio

Moretti pensava di prendersi i voti degli islamici. Ma loro, che saranno anche devoti ma non così coglioni, hanno votato per il loro candidato: Bou Konate.

E chi è Bou Konate? Un tizio che, a differenza del piddino, ha un curriculum più lungo del rosario di Padre Pio, un background professionale che neanche Elon Musk, ed una credibilità infinitamente superiore a quella dell’avversario di sinistra; che sembra uscito da un reality show sul clientelismo.

I bangla e i senegalesi di Monfalcone, altroché. Hanno preferito uno dei loro. Piuttosto che votare PD, si candidano da soli.

Per fortuna che Elly c’è(?).

Non poteva mancare la regina della gauche de bois, Elly Schlein, che ha pensato bene di chiudere la campagna elettorale con una visita a Monfalcone. Gli effetti sono stati devastanti: nausea, orticaria, dissenteria ideologica.

I monfalconesi, già provati da decenni di sinistra amministrativa stile “Facciamo di Monfalcone un Bengasi con la raccolta differenziata”, hanno assistito all’arrivo della Schlein come si assiste a un’invasione di cavallette. È entrata nella piazza come se portasse la rivoluzione, ne è uscita come una cassiera del Lidl dopo uno sciopero fallito.

 

La candidata eterna che non vuole capire

E poi c’è lei. Ilaria Cecot. Quella del nostro articolo già epocale che puoi leggere cliccando qui. La poverina si è lanciata in una campagna elettorale da protagonista, con la faccia e l’entusiasmo di chi si crede Angela Merkel ma ha il seguito di un piccione zoppo.
Volantini, comizi, selfie, dirette Facebook dove parlava più dello stracazzo di niente che del traffico in viale San Marco, attacchi continui alla Cisint che, esattamente come i monfalconesi, NO LA GA PEL CUL. Risultato? Ha preso meno voti del cane del cugino del capo della scorta della Cisint. La sua candidatura ha fatto talmente cagare che persino la sua psichiatra ha votato Konate.

Mofalcon ama Anna… PUNTO!

Monfalcone è chiara: non vuole più amministrazioni rosse, non vuole esperimenti inclusivi, non vuole sermoni progressisti. Vuole la Cisint. Anche a distanza. Anche con il telecomando. Anche in formato poster.

Perché da quando la Sceriffa ha preso in mano la città, Monfalcone è diventata più pulita, più sicura, più decorosa, meno simile a una bidonville arcobaleno.
E i monfalconesi lo sanno. La rispettano. La venerano. La vorrebbero sindaco (o burattinaia) anche se si trasferisse a Dubai.

Monfalcone e la sinistra morta di vecchiaia

Il centrosinistra di Monfalcone è quello che ancora pensa che “Bella Ciao” sia un programma politico. L’elettorato medio ha superato la data di scadenza quando Cristina D’Avena recitava in Love Me Licia. Pensionati della retorica, avanzi ammuffiti dell’ANPI, idealisti coi reumatismi. Gente che ancora sogna la pianificazione quinquennale e crede che le unioni civili risolvano la crisi energetica.

Nel frattempo, il centrodestra sforna ragazzi, giovani, dinamici, incazzati, VOTANTI. Gente che se ne sbatte dei circoli Arci e vuole strade asfaltate, moschee chiuse, parchi puliti, sagre del maiale, ragazze che puoi guardare in faccia e che possono mostrare le tette in spiaggia senza rischiare di essere spedite in musulmania a trovare il perdono di Allah sposando un cugino diretto, 40 anni più vecchio.

E ora? Si governa, o meglio, di obbedisce!.

Con Fasan alla guida e la Cisint alla frusta, Monfalcone continuerà sulla strada della disciplina: niente centri islamici abusivi, niente accampamenti, niente piagnistei arcobaleno.
La città sarà ancora organizzata, decorosa, controllata. Come un supermercato giapponese in orario di punta.

Il PD? È sparito. Moretti si ritira nel suo stipendio regionale da 11.000 euro al mese.
La Cecot? Torna a scrivere post indignati contro i fascisti immaginari e ad ad insegnare ai bambini delle elementari quanto son belli gli unicorni di sinistra.
Konate? MACHICAZZOSENEFOTTE!

In conclusione: La legge è una e si chiama Cisint

A Monfalcone, se non hai il timbro della Sceriffa, non comandi manco nel tuo condominio.
Fasan lo sa. E non si lamenta. Anzi, ringrazia.
La Cecot, invece, piange disperata tra bancali di Xanax e cisterne di spritz.
E Moretti? Moretti si consola col conto in banca.

Perché alla fine, come direbbe un vecchio saggio del Carso:

“Meglio un sindaco teleguidato dalla Cisint, che uno pensante guidato dal PD.”

 


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