Rifiuti d’élite: nasce il Super-Cozzo delle scovazze FVG, un’unione mistica tra cassonetti, poltrone e sacchi neri
Signore e signori, accendete l’incenso e inginocchiatevi: sta per nascere l’Aggregazione Verticale della Spazzatura. Non è una setta satanica (non ancora), ma un’ambiziosa orgia burocratica fra tre società che gestiscono i rifiuti in Friuli Venezia Giulia. Finalmente Isontina Ambiente, A&T 2000 e Net hanno capito che a buttare merda da soli non ci si diverte più. Ora vogliono farlo insieme. In gruppo. In sinergia. In sacro matrimonio poliamoroso da 90 milioni di tonnellate l’anno e almeno il doppio de euri.
Il primo incontro? In un noto locale di Muggia. Già, perché quando c’è da parlare di immondizia, niente è meglio di un bar. Tra uno spritz e un crostino, si sono seduti tre uomini e una montagna di PowerPoint per definire il futuro dei nostri bidoni. Presenti all’evento: Giandavide D’Andreis (Net, vicepresidente e portatore sano di acronimi), Luciano Aita (A&T 2000, vicepresidente e collezionista di deleghe inutili) e l’immarcescibile Tavella (Isontina Ambiente, amministratore unico e futuro imperatore dei cassonetti isontini). Un trio più esplosivo del G8, ma con più pattumiere e meno sicurezza.
“Condivideremo personale, impianti, asset”, dichiarano.
Traduzione: ci scambieremo i netturbini come le figurine Panini e useremo gli stessi camion per fare finta di risparmiare. Che poi, se il camion è rotto, niente paura: si manda il personale a raccogliere la plastica a mano. È green!
Protocollo delle Scovazze Unite
Il giorno dopo, come in ogni relazione tossica, è arrivato il protocollo. Firmato da Tavella, Claudio Siciliotti (Net, presidente e autore di frasi motivazionali da calendario aziendale) e Alberto Rigotto (A&T 2000, presidente e teorico del risparmio immaginario). Il documento sancisce il primo passo verso la creazione del Megazord dei Rifiuti, una creatura leggendaria alimentata da umido, vetro e balle… anche di cartone compresso.
Ecco gli obiettivi dell’accordo, tradotti per umani:
- “Confrontare i modelli di raccolta” → Ovvero, farsi le pulci a vicenda per vedere chi è meno inefficiente.
- “Migliorare gli standard di qualità” → Come? Forse svuotando i cassonetti prima che diventino habitat per i cinghiali.
- “Razionalizzare le risorse” → Tagliare le ore ai dipendenti e fare riunioni su Zoom.
- “Ottimizzare i flussi di rifiuti” → In pratica, far fare più chilometri alle scovazze che a un pendolare triestino.
Il tutto, ovviamente, nella sacra cornice della “prossimità ed efficientamento”, concetti che nessuno sa davvero cosa significhino, ma fanno tanto figo nei convegni da 3.000 euro a buffet.
E Gorizia?
Gorizia, per non restare fuori dalla festa dell’umido, tira fuori l’orgoglio di chi ha sempre avuto il bidone mezzo pieno. Tavella rassicura tutti:
“Non saremo l’anello debole”.
Certo, perché da oggi Gorizia smetterà di essere il cugino sfigato del Friuli. Diventerà invece il cugino sfigato condiviso. E si sa, i problemi quando sono condivisi, fanno meno puzza.
Il Futuro: cassonetti intelligenti o solo politici scemi?
Alla fine, l’obiettivo nobile è sempre lo stesso: rispondere ai bisogni dei cittadini. Certo, magari iniziando a spiegare loro perché la plastica va nel sacco giallo solo il giovedì con luna crescente, ma solo nei Comuni in cui la raccolta è gestita da A&T che si finge Net con personale di Isontina in leasing a ore.
E attenzione: San Dorligo avrà un centro di raccolta aggiornato! Aggiornato a cosa non è dato saperlo. Forse sarà dotato di Wi-Fi, musica d’ambiente e luci al led. Magari anche con lo smaltimento gamificato, dove butti il vetro e vinci punti per riscattare una carta Ikea.
Verso l’infinito e oltre… la puzza
Questo è solo l’inizio. Il sacro protocollo sarà il primo anello di una lunga catena di fatiche erculee. Obiettivo finale? Un’unica, gigantesca SPA della Monnezza, che un giorno fonderà anche con Hera, Acegas e magari il Vaticano, creando un Impero Infallibile della Raccolta Differenziata.
Nel frattempo, i cittadini continueranno a chiedersi se devono buttare il cartone della pizza nel secco o nell’umido, mentre i vertici aziendali stapperanno prosecco nel nome della “sinergia”, “ottimizzazione” e “condivisione degli asset”.
E la puzza… quella no. Quella resta uguale.